Un poema, «Fathia colei che apre», e un’opera in prosa [peraltro fortemente poetica], «Lieve enciclopedia delle Settantadue», due opere parallele, vaste, sensuali, dirompenti, chiuse e aperte, che trasgrediscono l’ordine del mondo. Il vuoto luminoso attende la lettrice, il lettore. Una trasgressione mite e nella sostanza del silenzio: «Non siete del mondo, come io non sono del mondo» [Vangelo di Giovanni].
«Fathia colei che apre» poema,
epico o autobiografico, amoroso e mistico, dalla sostanza analogica vertiginosa, chiusa nell’assenza, nell’infinito riporsi, e insieme aperta nella precipitazione di tutte le materie, di tutte le sostanze, nella consolazione dell’Amore. Eppure un testo quasi toccato da giocondità e ironia, quasi voluto da un cosmico divertimento. Certamente attraversato da energie primordiali, poema dell’unità, vittoriosa su ogni dualismo. Poema del nulla. Poema fermo, immobile come l’anima, eppure poema di viaggio, dell’anima avvolta nel «mistero dell’evoluzione». È uno spazio sacrale, recinto dall’indissolubile, mentre tutto lo spazio è aperto... nell’universo mediorientale e oltre, dall’originaria Sicilia al cuore di ogni esportazione: il Vuoto oltre cui non c’è che l’Inestinguibile. Questa apertura è «Fathia» [Fathia o Fatiha, nome arabo di donna, letteralmente Colei che apre, e Al-Fatiha, L’Aprente, è prima sura del Corano, o sura delle nozze].
«Lieve enciclopedia delle Settantadue»
[dei nomi propri di esseri femminili presenti nel poema],
opera in prosa, un crogiuolo eroico... dee, regine, donne soltanto o mutazioni. Raffinata esemplificazione dello sguardo, aperto, interiore, che diventa pensiero, pensiero di una storia antica, antichissima, sempre al presente. L’autrice, sciamana dei nomi, li apre, pur lasciati intatti, misteriosi, e così apre i sogni delle nostre vite. Quest’enciclopedia, quasi una favola che non finisce mai, e dal delicato potere incantatore. Una vasta e potente visione sincretica tra il pensiero, le fedi, le lingue, l’immagine di diverse culture tra oriente e occidente.
estratti da: seconda e terza di copertina